
Ci sono voluti anni per decidermi ad usare il rabarbaro… e naturalmente Cook my Books e il libro Mes Confitures di Christine Ferber!
Ne misi nell’orto una piantina molti anni fa, ma essendo in alta quota avevo paura che non maturasse mai a sufficienza. Le piante si sono moltiplicate e diventate enormi, ma no, io non ho mai avuto il coraggio di usarlo perché lo vedevo verde e non rosso, quindi mi bloccavo. Una di quelle piante è stata spostata nell’orto a bassa quota… et voilà, è arrivato il momento di usarlo.
Devo dire che è stata una meravigliosa scoperta: non è per nulla amaro come le note caramelle che gustava la mia bisnonna tantissimo tempo fa! Ha un suo sapore caratteristico certo, ma la confettura che vi propongo oggi, non so se per la caramellizzazione dello sciroppo, oppure se è per averlo lasciato a cubettini come piace all’autrice, sta di fatto che è una meraviglia!
La ricetta prevede pochi ingredienti e pochi semplici passaggi che, se seguiti alla lettera, facilitano il lavoro dando un risultato sicuro e facile.
- 1,200 kg di rabarbaro (circa 1 kg pulito)
- 800 g di zucchero semolato
- il succo di un piccolo limone
Sciacquate i gambi del rabarbaro (tolte le foglie) in acqua fresca.
Tagliate le estremità dei gambi, dividerli a metà nel senso della lunghezza e tagliarli a cubetti. Lasciate macerare il rabarbaro, lo zucchero e il succo di limone per una notte in una ciotola coperta con carta da forno.
Il giorno dopo, filtrate il composto con un colino fine. Lasciando da parte il rabarbaro, portate a ebollizione lo sciroppo raccolto in un pentolino per marmellata. Rimuovete la schiuma e continuate la cottura a fuoco vivo. Lo sciroppo si concentrerà e raggiungerà 105 °C misurando la temperatura con un termometro da zucchero. Quindi aggiungete il rabarbaro a cubetti. Portate a ebollizione, mescolando delicatamente. Rimuovete la schiuma e continuate la cottura a fuoco vivo per circa cinque minuti, mescolando continuamente.
Fate attenzione ai liquidi, perché si devono addesare, ma non rapprendere troppo.
Una volta pronta la confettura di rabarbaro, versatela immediatamente nei barattoli sterilizzati e chiudeteli.
Nota dell’autrice: preferisco il rabarbaro con i gambi sottili e verdi: è meno acquoso e leggermente più aspro. Non lo sbuccio mai, per mantenere i pezzi interi durante la cottura.
In effetti, facendo il procedimento come sopra descritto, i cubetti rimangono morbidi, ma ancora carnosi al morso. Naturalmente devono essere sufficicientemente piccoli per essere spalmati facilmente su una bella fetta di pane e una colazione da campioni è assicurata!
Ricetta realizzata per Cook_my_Books
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